“Restiamo Umani” in ricordo della “GIORNATA DELLA TERRA “

La Comunità Palestinese nella regione del Veneto CON:
Associazione per la pace, ARCI, Incontrarci, Donne in Nero, Al Quds, ACS, Bilancia di Este ecc

Il 31 marzo 2016 alle ore 20.30 presso Carichi Sospesi vicolo Portello 12 Presenta uno spettacolo teatrale di Luca Privitera e Nina Ferretti

restiamo umani

Yom al-Ard o Giorno della Terra, per i Palestinesi è il giorno della commemorazione dei caduti negli scontri del 30 marzo 1976. L’esercito israeliano inviò le proprie forze in tre paesi Sachnin, Arraba e Deir Hanna allo scopo di reprimere le manifestazioni iniziate a seguito della decisione delle autorità israeliane di espropriare vasti terreni agricoli per scopi militari, territori che appartenevano agli abitanti di quei paesi. Gli scontri ebbero un esito sanguinoso con 6 giovani vittime. Da allora si tiene annualmente una commemorazione per i caduti, che viene celebrata dai palestinesi d’Israele e dei Territori Occupati. Si svolgono manifestazioni pacifiche e nonviolente nelle città e nei villaggi, raccontando quanto è violenta la repressione dell’esercito che, con soprusi ed abusi, occupa e calpesta la terra, la snatura rendendo prigionieri i suoi abitanti.
Restiamo umani è uno spettacolo “senza filtri” “senza censura” e “senza parole di convenzione”! Restiamo umani è uno spettacolo più che corretto che chiarisce le idee pure a chi sa le cose o crede di saperle!
Restiamo umani per continuare a parlare ancora di Palestina e del problema israeliano Sionista. Restiamo umani perché si possano trovare delle soluzioni etiche e morali. Restiamo umani per non dimenticare e per prendere delle decisioni che contengano i dovuti provvedimenti! Restiamo umani perché nonostante le denunce di molti islamici, di molti ebrei e di molti cristiani la seconda super potenza mondiale continua a
sterminare uno dei popoli più stanchi, poveri e distrutti della terra! E questo sotto i nostri occhi. Restiamo umani perché non è una questione religiosa, ma di umanità, di coraggio, di vera democrazia! Restiamo umani per dire le cose come stanno. Restiamo umani perché questo non è uno spettacolo che rappresenta il punto di vista di giornalisti o artisti ma di vera e propria vittima del conflitto, che siano esse ebree che islamiche. (Luca Privitera).

Seguirà un intrattenimento con thé e assaggini solidali.
Entrata con tessera ARCI e 5 euro contributo per lo spettacolo

Leggi  qui il volantino:

La Terra degli Aranci Tristi

trio

Omar Suleiman
Attore, narratore e mediatore culturale
in un monologo teatrale tratto da un racconto di Ghassan Kanafani.
Un omaggio al grande romanziere e giornalista palestinese Ghassan Kanafani un
protagonista della vita culturale del Medio Oriente, scomparso trent’anni orsono.
I suoi studi di letteratura andarono di pari passo con la passione per la pittura e il
disegno, e contemporaneamente alla sua attività di insegnante presso un campo di rifugiati palestinesi gestito dalle Nazioni Unite, crebbe, proprio confrontato alla realtà di questi bambini sfortunati, il suo impegno politico.
All’eta’ di 36 anni, l’8 Luglio del 1972, fu ucciso da un’autobomba. Al momento della sua prematura morte aveva già pubblicato diciotto libri e centinaia di articoli da cui nasce la bella, accorata novella “La terra delle arance tristi”.

Tre città Venete per il monologo teatrale che Omar Suleiman interpreterà per commemorare la “Giornata della Terra” e ricordare anche la data di nascita di Ghassan Kanafani (8 aprile del 36).

“ TOC TOC, il ritorno del Principe di Gaza” di Nandino Capovilla e Piero Fontana

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Con l’adesione di :Associazione per la Pace, Donne in Nero, Arci, Incontrarci, Agronomi e Forestali Senza Frontiere, ACS, Cooperativa Fare Il Mappamondo.

Invitano a partecipare alla proiezione del docufilm
“ TOC TOC, il ritorno del Principe di Gaza” di Nandino Capovilla e Piero Fontana
Centro Universitario Padovano via Zabarella 82 Padova

Il 23 novembre 2015 ore 20.30
Nandino Capovilla, ex Coordinatore di Pax Christie, ha svolto il proprio servizio per il Movimento come responsabile delle azioni in Israele e Palestina in qualità di referente nazionale della campagna “Ponti e non Muri”. E’ noto anche per il suo attivismo per i Diritti Umani, la giustizia e la libertà per il popolo palestinese e gli “esclusi” dalla società.

Organizza ogni 29 novembre la giornata ONU per la Palestina e dà a tutti un compito:

“diffondete la verità dei fatti”

Discuteremo con Nandino sulla drammatica situazione attuale in Palestina e sulla difficoltà di trovare informazioni corrette nei media. Sarà offerto del thè alla salvia, che ricorda l’amarezza di chi si batte per la giustizia e pace .

A TAVOLA COL MONDO – Incontri di cucina e cultura

tavola

Giovedì 26 febbraio 2015 dalle ore 19.45

MILLE ANNI DI CULTURA CULINARIA PALESTINESE
con Bassima Awad

“Raccontare il cibo della mia terra mi ha sempre affascinata e indotta a manifestare come la “resistenza del cibo” o il “cibo della resistenza” possono dimostrare che il nostro popolo palestinese vanta una storia culinaria millenaria. Il mio impegno è sempre stato di portare avanti un progetto preciso che risalta il lavoro delle donne in tutte le sue sfaccettature ed in particolare “la cucina”. (…)

dal blog: http://alqudsangolocucinacultura.blogspot.it

Preparemo e assaggeremo:
– Kebab e le sue spezie con Pane steso sulla piastra, salsa e insalata.
– Kebbeh vegetariana con frumento spezzato fino, accompagnata con yogurt alla menta.
– Tabbuleh (quella vera, femminile!) con frumento spezzato fino.
– Dolce di datteri, noci e spezie.

Assaggi e degustazione di Cultura Mediterranea

Il 14 novembre 2014 toccava alla Palestina sfoggiare le spezie ed alcuni manicaretti di cucina palestinese .

volantino-lezioni-cucinaEro stata contattata dalla Presidente del gruppo “donne della Banca del Tempo” di Piove di Sacco, avevo come al solito accettato l’invito a testimoniare attraverso il “cibo” in quanto sono convinta che l’identità di un popolo è rappresentata anche dal suo gusto e dai suoi abitudini alimentari. Non potevo non accettare di partecipare a questo “corso” presentando alcune portate tipiche di cibo da “strada” del mio paese. Anna Paola mi informava che ci sarebbero state una trentina di donne interessate a conoscere da vicino alcuni elementi della cultura del cibo palestinese. Al corso sono state chiamate altre due donne dell’area del Mediterraneo (Marocco e Tunisi)per rappresentare il loro cibo.
Raccontare il cibo della mia terra mi ha sempre affascinata e indotta a manifestare come la “resistenza del cibo” o il “cibo della resistenza” possono dimostrare che il nostro popolo palestinese vanta una storia culinaria millenaria. Il mio impegno è sempre stato di portare avanti un progetto preciso che risalta il lavoro delle donne in tutte le sue sfaccettature ed in particolare “la cucina”.
Da diversi anni lavorato con le donne palestinesi in Palestina ed anche a distanza organizzando cene e aperitivi e buffets attraverso l’appoggio di diverse associazioni ed amici in diverse città del Veneto contribuendo così al sostentamento di un gruppo di donne e bambini del villaggio di “Artas” . Fatta questa premessa potrei spiegare che la serata è andata benissimo in quanto tutte le donne presenti erano desiderose di vedere e commentare e chiedere sul come e perché certi cibi e certe spezie messi insieme possano risultare gradevoli nel gusto e nell’aspetto. Ho raccontato l’importanza delle spezie specialmente quelle più usate : cannella cardamomo zenzero curcuma pepe nero cumino coriandolo nigella sesamo e sommacco che se misurate e mescolate possono dare un sapore speciale alle carni e verdure dando il “marchio”che identifica e distingue alcuni da altri. Il pane tirato a mano e cucinato su una piastra e così pure la carne cucinata velocemente su una padella antiaderente oltre alle insalate di verdure fresche da accompagnare come farcitura al panino.
Tante domande e tante risposte e tanti sorrisi e ringraziamenti reciproci per aver conosciuto il loro interesse insieme alla mia disponibilità ad insegnare loro altri modi di altri mondi così distanti così vicini . Tante piadine sono state farcite e mangiate nel nome dell’interscambio culturale battendo il pregiudizio che spesso ci rende diffidenti gli uni dagli altri.
Viver sotto lo stesso cielo vuol dire essere potenziali amici, mangiare lo stesso cibo e respirare la stessa aria.
Grazie Mariapaola per aver creato le condizioni.

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